Mi dispiace quando nelle palestre il maestro insegna solo kumité. Non si apprezza e si perde la grande bellezza e l’enorme patrimonio culturale che l’approfondito esercizio dei kata fornisce ai praticanti. Le applicazioni inducono a sfociare in altre discipline marziali, col risultato di ampliare gli orizzonti e la mente.
Ad esempio la pratica parallela di Judo e Aikido da parte del maestro, amplierebbe il bagaglio tecnico in relazione a spazzate, leve, proiezioni e cadute, utili sia in fase applicativa spicciola, sia per decodificare passaggi a prima vista poco comprensibili dato l’obbligo di sintesi dei kata.
Mi dispiace quando nelle palestre il maestro insegna solo kata. Non si apprezza e si perde la grande bellezza e l’enorme patrimonio di valori interiori che l’approfondito esercizio del kumité fornisce ai praticanti.Trascurare gli annessi e connessi del kumité, significa trascurare alcune valenze educative importanti, che specialmente a livello giovanile, sono vitali nella formazione. Prendiamo ad esempio la Capacità Decisionale (dunque la Personalità). Essa controlla gli orientamenti della progettualità: applicata al karate permette di agire in un modo diverso dall’impulso o dal pensiero momentaneo. In combattimento il nostro modo di pensare ci rende soggetti più o meno dotati di effettiva ed efficiente Capacità Decisionale quando dobbiamo prendere decisioni chiare per arrivare al successo sperato.Azioni anche magistrali potrebbero rivelarsi inutili se trascuriamo le caratteristiche dell’avversario e i vari aspetti di opportunità, ma allenamenti specifici aiutano ad analizzare, interpretare e decidere, a favore della soluzione vincente.
Questa funzione ideativa complessiva coincide con il cosiddetto problem solving: capacità di risolvere problemi. Dunque, per sviluppare le Capacità Decisionali, dunque l’Autostima, dunque la Personalità dobbiamo concepire e allenarci con un problem solving di karate. E’ facilmente intuibile la valenza educativa che un tale allenamento ha sui giovani: dal bilancio dei tentativi corretti e degli errori effettuati, essi sapranno ricavare la Strategia Decisionale Vincente (e conseguenti ricadute positive sull’Autostima).
Sono molto contento quando vedo maestri decisi a portare aventi entrambe le specialità.
Dico “decisi” perché non è facile: ostacoli psicologici, tecnici, organizzativi, di opportunità, di obiettivi, di livello delle classi, e poi esami, gare, la doverosa necessità di specializzare gli atleti di un certo livello, tempo… Tuttavia se il maestro non si adagia a insegnare solo le cose che gli vengono bene, e non bolla come inutile o dannoso ciò che non sa fare, stiamo parlando di un maestro che rimane ancora “allievo”, dunque abbiamo trovato un grande maestro.
Carlo Pedrazzini